L’Espresso denuncia: ufficiali della Guardia Costiera libica collusi con gli scafisti. Si farebbero pagare per lasciare i migranti in mare nelle acque battute dalle Ong.
Fa discutere la nuova inchiesta dell’Espresso che questa volta si è concentrato sul caso migranti, puntando i propri riflettori sulla Libia, il paese da dove partono la gran parte dei barconi e il paese dove nessun migrante vuole fare ritorno. Stando alle ricostruzioni, avvalorate da migliaia di testimonianze e ipotizzata anche dalle autorità italiane, ufficiali della Guardia Costiera libica sarebbero collusi con gli scafisti, i trafficanti di esseri umani.
L’Espresso: ufficiali della Guardia Costiera libica collusi con gli scafisti
Stando alla ricostruzione dei giornalisti dell’Espresso, in Libia la Guardia Costiera e gli scafisti coinciderebbero in una dinamica decisamente poco chiara e con troppi punti interrogativi.
L’accusa è grave. Gli ufficiali si farebbero pagare per portare i migranti in zone battute dalle navi delle Ong. Poi, in casi di emergenza, li andrebbero a riprendere in mare, questa volta con i mezzi della Guardia Costiera, e li riporterebbero in Libia, nei campi di prigionia.
Migliaia di testimonianze avvalorano la tesi proposta dall’Espresso
La ricostruzione dell’Espresso troverebbe conferme in migliaia di testimonianze raccolte. Ma c’è di più. Anche le autorità italiane avrebbero raccolto dati a riguardo e ipotizzano una collusione tra la Guardia Costiera libica e gli scafisti.
Gli ufficiali della Guardia Costiera libica, con i finanziamenti e gli strumenti forniti anche dall’Italia oltre che dall’Unione europea, farebbero il doppio gioco incassando migliaia di euro e scatenando vere e proprie emergenze umanitarie e diplomatiche.